Maurizio Monti
Panta rei

Maurizio Monti 
Panta rei 
a cura di Alain Chivilò

6 novembre - 9 gennaio 2022
Inaugurazione sabato 6 Novembre ore 17.30.
L’artista sarà presente.
Registrazione audio
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Orari:
Da Mercoledì alla Domenica
Orario 10 - 13 / 14.30 - 18.30
Aperto: Mercoledì 8 Dicembre 2021 – Giovedì 6 Gennaio 2022.
Chiuso: 25, 26 Dicembre 2021 – 1 Gennaio 2022

Ingresso Gratuito

Depliant informativo

In collaborazione con la Provincia di Mantova, il percorso del pittore Maurizio Monti si racchiude nella mostra personale “Panta rei”.
Dal modo d’intendere l’arte dal maestro romagnolo tutto scorre in un costante fluire di pensieri, poesie e musicalità.
A cura del critico d’arte Alain Chivilò, una quarantina circa di lavori figurativi, divisi tra iperrealismo e surrealismo, introdurranno il visitatore in canoni di eleganza da scoprire segretamente all’interno di celati dettagli.
Il fiore è sinonimo di bellezza, mentre una figura da scoprire è un gioco intellettuale che Monti pone all’osservatore finale.
Infatti, come indicato da Chivilò all’interno del testo critico: “in ogni singola opera di Monti, ciascuna situazione dipinta possiede e rivela un fattore umano, dal quale ulteriori percezioni si generano in accordo alla preparazione e all’intelletto di colui il quale si pone innanzi all’opera, o alla vita stessa, ampliando conseguentemente i confini. Sorge dunque e si crea spontaneamente la volontà di creare, da parte dell’artista, un’interazione atta a generare ulteriori connessioni neurali.
In questo gioco ereditato dal Surrealismo, non si scopre e non si determina una realtà univoca, bensì un flusso continuo di cromie, forme, luci e vibrazioni irradianti visioni e mondi del tutto lirici.
Assistiamo, come del resto nella vita stessa di Maurizio Monti, a un “tutto scorre” per un eterno divenire della realtà che, regolarmente, si rinnova e si trasforma, poiché nulla può rimanere immutabile rispetto all’attimo antecedente.
Un fluire senza fine, sebbene nella staticità fisica dell’opera tutto si prepari ad un ulteriore quid, partendo anche dal fatto che se “i colori maturano la notte” (Alda Merini), gli enigmi di Monti emanano forze positive di osservazione e contemplazione”.
a personale di Maurizio Monti permette di entrare all’interno di un universo fatto in stile Jean-Michel Folon, ossia essere presenti costantemente negli spazi virtuali e allo stesso tempo reali di un’agenzia di viaggi immaginari.
La sequenza di opere dall’alto contenuto onirico, presso Casa del Mantegna, permettono dunque al visitatore di esplorare il percorso pittorico di Monti all’interno di un luogo aperto e senza pregiudizi, ad ogni tipo di espressione artistica.

 


Biografia Maurizio Monti 

Maurizio Monti nasce nel 1951 a S. Sofia in provincia di Forlì.
Da subito è attratto dal disegno che lo porta ad estraniarsi dalla realtà costruendo un mondo tutto suo. Non si comporta come i suoi coetanei, per esempio non gioca alla guerra: se la disegna. Riempie tutti i fogli bianchi che trova con battaglie infinite, centinaia e centinaia di soldatini che combattono una guerra forse presagio delle difficoltà che lo aspettano al finire dell’infanzia. Con una scatola di colori regalata dai genitori scopre poi la pittura e questa passione lo porta, fra le altre cose, a ricopiare a soli dieci anni tutti gli affreschi della cappella Sistina. Vinto il primo concorso nel 1968, inizia ad esporre le sue opere in varie collettive e personali sapendo già che la Pittura sarà quello che vuole “fare da grande”. Nel 1970 consegue il Diploma di Maestro d’Arte e nel 1971 si inserisce, come free-lance, nel settore della grafica pubblicitaria. Nello stesso periodo, lavorando come designer, spazia in vari campi, dalla moda all’arredamento e dall’oggettistica alla progettazione di stand fieristici. Mal sopportando le gabbie impostigli dal settore commerciale, abbandona tutto e spinto dalla sua innata inquietudine parte in auto stop iniziando un viaggio più mentale che altro. Questo nomadismo lo costringe, per sopravvivere, ad ogni sorta di lavoro fino alla scoperta di quello che gli è più congeniale: il madonnaro. Disegnando marciapiedi ed affinando la sua manualità, per qualche anno, percorre le strade italiane e di gran parte dell’Europa.
Costretto poi agli obblighi di leva, torna ai suoi luoghi di origine. Finito il “militare” la sua creatività lo porta a seguire un’altra sua passione: la Musica. La professione di musicista gli dà modo di essere completamente libero nelle scelte artistiche e gli permette di sviluppare una tecnica pittorica molto personale al di fuori di ogni corrente ed elitarismo sterile. Nel 1980 arriva il primo riconoscimento internazionale: il Premio della Presidenza alla VI Biennale Europea di Strasburgo,
premio che gli apre le porte di collezioni pubbliche e private.
Pur continuando a coltivare la Musica come mezzo di espressione e con un centinaio di mostre all’attivo dal 1998 si dedica totalmente alla pittura, realizzando ciò che secondo lui : “non è una scelta è il mio destino”.