Paolo Aimi, Elena Alfonsi, Maria Angela Gelati, Stefania Venturini.
Paolo Aimi si è Laureato in Medicina Veterinaria presso l’Università degli Studi di Parma nel Febbraio 1984.
Dopo aver svolto il servizio militare ha praticato da subito la libera professione nel campo degl’animali d’affezione presso un ambulatorio veterinario rilevato dopo qualche anno. Contemporaneamente è stato nello staff tecnico per il Piano Latte all’Istituto Lattiero Caseario e successivamente per il Piano per l’Ipofertilità Bovina presso l’Associazione Provinciale Allevatori di Mantova. Iscritto dal 1986 alla SCIVAC (Società Culturale Italiana Animali da Compagnia) ha seguito diversi corsi di aggiornamento e perfezionamento professionale e aggiornamento continuato soprattutto nel campo dell’ortopedia/traumatologia. E’ iscritto alla SIOVET (Società Italiana di Ortopedia Veterinaria) dal 1995. E’ stato presidente dell’AMvetPA (Associazione Mantovana Veterinari per Piccoli Animali) per i due anni di mandato. Coautore di un articolo scientifico su rivista veterinaria nazionale. E’ abilitato all’esecuzione radiologica per la centrale di lettura ENCI FSA (Fondazione Salute Animale) per lo studio sulla Displasia dell’Anca e del Gomito e Lussazione Congenita della Rotula. Dal 2012 è Direttore Sanitario della struttura in cui lavoro e dal 2014 Responsabile Sanitario del Canile Comunale di Mantova. Amo il Rugby e pratico scherma storica.
Stefania Venturini è psicologa. Si occupa di accompagnamento alla morte, di elaborazione del lutto, di crescita personale anche attraverso il Training Autogeno e di tecniche di visualizzazione.
Gli Anima-li da compagnia, entrando nelle case, diventano sempre più componenti della famiglia. Viviamo in un mondo nel quale i rapporti sociali si sono modificati, poiché molte persone vivono quotidianamente un senso di profonda solitudine dovuto al fatto che scambi interpersonali e comunicazioni di stati d’animo, quali emozioni e sentimenti, vengono sempre più frequentemente affidate ai social network e ai messaggi del cellulare. L’ ascolto ha ceduto il passo al giudizio, le nascite sono in costante calo e di contro, gli Anima-li da compagnia stanno assumendo ruoli un tempo attribuiti alle persone. L’Anima-le diventa così amico, confidente, compagno, figlio, fratello, sorella. Con loro intessiamo profondi e intensi legami affettivi, che inevitabilmente si traducono in un profondo lutto conseguente alla loro perdita. Il dolore potrà diventare straziante, lacerante, portare all’incapacità di accogliere altri Anima-li, non solo per l’intensità del legame stabilito, ma anche per l’incapacità di “lasciar andare”. Questo dolore rimane il più delle volte inespresso o inascoltato. Frasi quali “ma dai…era solo un cane” “sei ridicola a piangere perché ti è morto il gatto” lacerano ancor più la profonda ferita del lutto, facendo sentire in alcuni casi “sbagliato” il luttuante. Si rende quindi necessario, anche nell’ambito della perdita dell’Anima-le da compagnia, creare una cultura del lutto, cultura che chiama in gioco la persona, il suo vissuto, il suo essere all’interno della società.
galleria immagini
galleria multimediale