Nel 2006 ricorre il V centenario della morte di Andrea
Mantegna, vissuto a Mantova presso la corte dei Gonzaga
per oltre 40 anni. La Casa del Mantegna ospiterà due
rassegne, in primavera e in autunno, dedicate non solo
alla celebrazione ma anche alla comprensione dell'opera
del grande artista rinascimentale e dell'importanza che
ha avuto nella cultura del tempo. Uno dei massimi
capolavori riconosciuti di Andrea Mantegna e di tutto il
'400 è sicuramente la Camera degli Sposi, straordinaria
espressione del mecenatismo dei signori di Mantova e
della nuova cultura rinascimentale. Ebbene, proprio
dalle suggestioni che derivano da quest'opera, unica per
intensità culturale, muove la sfida di Bargoni.
~artista ha visitato più volte la Camera degli Sposi,
ha ripercorso con la mente e con la mano l'intera
rappresentazione pittorica, producendo disegni e
annotazioni, rileggendo e definendo spazi e particolari,
facendo via via lievitare dentro di sè suggestioni ed
emozioni perché potessero poi trovare espressione nei
segni e nei colori. Così segni e colori, tela dopo
tela, Bargoni, con il pensiero costantemente rivolto
alla Camera degli Sposi, ha dato vita ad un intero ciclo
di opere che apre, sotto i segni dell'arte
contemporanea, la stagione culturale dedicata alle
celebrazioni mantegnesche. La Casa del Mantegna, che
pure sta preparando il suo impegnativo e doveroso
contributo alla grandezza dell'artista quattrocentesco,
ha voluto ancora una volta con questa mostra rilanciare
il confronto tra l'antico e il presente, valorizzando
l'arte e gli artisti del nostro tempo anche per cogliere
nuovi stimoli e opportunità nella lettura dell'arte del
passato. Il lavoro di Bargoni conferma d'altronde la
continuità fra i valori propri dell'arte, che vanno
oltre il mutare nei secoli, superandone le pure
espressioni formali. Le modalità di approccio ad un
capolavoro tanto celebrato non possono del resto essere
solo quelle della critica d'arte: l'artista può
riuscire ad accostarsi all'opera d'arte seguendo
percorsi dettati anche dall'emozione, dalla propria
intima sensibilità ai segni, dalla propria capacità di
esprimersi a sua volta in segni. Bargoni infatti indaga
l'opera del Mantegna con gli strumenti che gli derivano
da decenni di ricerca artistica, una ricerca che ha
avuto nel rapporto colore/spazio la sua ragione più
forte, un rapporto che non appare solo mentale, ma anche
fisico, tatti le. Così il colore per lui diviene
materia colorata, assume suggestioni plastiche, è
emanazione del pensiero e, nello stesso tempo, lascia
una forte impronta corporea, carnale, gestuale. La
mostra di Bargoni darà quindi l'opportunità di
verificare come queste caratteristiche dell'artista
risultino esaltate, rafforzate e arricchite di nuove
sensibilità grazie all'immersione totale e quanto mai
intensa nel capolavoro mantegnesco.
Roberto Pedrazzoli
Assessore alla Cultura Provincia di Mantova
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