CASA DEL MANTEGNA
via Acerbi 47 - 46100 Mantova
tel. 0376 360506 - fax 0376 326685
casadelmantegna@provincia.mantova.it

BIASI e LE PARC
l'arte dell'instabilità 

- indietro -

6 settembre - 9 ottobre 2005


Alla Casa del Mantegna di Mantova, si inaugura una mostra davvero esemplificativa per ciò che si riferisce alla attuale fase di analisi e rivisitazione critica di uno dei movimenti decisivi, in Europa, per il rinnovamento dell'arte contemporanea, dopo l'eclissi dell'informale: l'Arte Cinetica e Programmata. Infatti, nelle sale dei museo mantovano saranno raccolte una ottantina di opere di due fra i maggiori esponenti di quel movimento, Alberto Biasi e Julio le Parc, che sul finire degli anni cinquanta e negli anni sessanta diventarono, assieme a pochi altri colleghi francesi e italiani, i punti di riferimento di quella esperienza in Francia e in Italia. 
E ormai comunemente accettato, nelle valutazioni critiche più avanzate, il fatto che sia stato proprio il Cinetismo, molto più di altri movimenti fino ad oggi maggiormente celebrati e sostenuti dal mercato, ad offrire le proposte più radicali ed innovative per il superamento delle contraddizioni e delle stagnazioni a cui aveva condotto l'esaurimento della spinta propulsiva dell'informale.
Basterebbe pensare alla montante marea di video e installazioni che sta sommergendo la presente attività nel campo delle arti visive, per farci rivisitare precipitosamente quelle formidabili intuizioni e quegli annunci miracolosi "Boites lumineuses", "Light prisms", hanno anticipato tutto ciò più di quarant'anni fa, ma a questo, per fortuna non si sono fermati.
Ecco grande personalità di alcuni esponenti dei gruppi cinetici dell'epoca, condusse ad una nuova dimensione della percezione visiva in arte, ad una nuova filosofia dei concetto di movimento (che includeva anche il coinvolgimento operativo dello spettatore, ad una nuova identificazione della struttura formale dell'opera d'arte - con l'inserimento della forma virtuale -, ma anche, nel prosieguo della loro ricerca, alle più diverse proposte sui versanti dell'illusione e dell'allusione spaziale, riuscendo a coniugare con risultati sorprendenti rigorose premesse razionalistico- costruttiviste, nuove teorie retinico-percettive, e fantastiche, visionario trasfigurazioni spaziali. 
Alberto Biasi, uno dei fondatori dei celebre Gruppo N di Padova, presento, in questo percorso mantovano, tutti i passaggi più salienti del proprio viaggio di artista. Gli spettatori potranno così ammirare le "Trame" della fine degli anni 50, a cui anzi viene dedicata un'intera sezione, giustificato dalla primogenitura, a loro attribuito, della teoria cinetica in Italia; quindi, in un crescendo davvero stimolante i "'light Prisms", le "Dinamiche visive", gli "Ottico cinetici", i "Politipi", per finire con alcuni esempi di quell'ultima strabiliante stagione creativa che ha visto nascere la serie degli "Assemblaggi". Fra questi da segnalare anche l'opera. l che tanto successo ha ottenuto all'ultima Quadriennale romana: un "Assemblaggio" nero, di grande dimensione, che, attraverso una scansione ritmica dei moduli giocato sulla tre quarti, sembra davvero anelare ad impossessarsi dello spazio circostante. Biasi è stato, negli anni sessanta, il vero motore della ricerca nel campo delle problematiche legate al Cinetismo virtuale, anche se altrettanto importante convincenti sono da considerare tutte le sue proposte relative al movimento reale, al design, all'arredo urbano. Ma la suo peculiarità, figlia di una creatività inesauribile, è -stato il non accettare ed accettarsi mai compiutamente, continuando incessantemente a rimettersi in gioco, e a proporre intuizioni e soluzioni sul piano concettuale ed operativo, che tutt'oggi continuano a stupire e ammaliare lo spettatore.
Anche Julio Le Parc, già vincitore dei primo premio assoluto alla Biennale di Venezia del1966, fondatore del GRAV parigino, autentico guru di tuffo il movimento cinetico negli anni sessanta, ci presenta, in questa occasione mantovana, un riassunto completo della propria attività cinquantennale. Dalle prime esperienze sullo spettro cromatico e sulla progressione linearedella fine degli anni cinquanta, passeremo alle "Boites" ed alle "Lumieres" degli anni sessanta, per continuare con le "Alchimies", inaugurate nel 1988, e per concludere con le ultime raffinatissime riprese delle "Modulation", di questo periodo.
Un viaggio attraverso la teoria, l'approccio metodologico, il rigore quasi scientifico con cui egli ha sempre svolto la propria forsennata ricerca; ma anche un viaggio nelle praterie sconfinate della libertà e della fantasia, che lo hanno condotto a non tralasciare alcun mezzo espressivo, ed a non rinunciare ad alcuna forma di provocazione, riuscendo splendidamente a coniugare coerenza formalecon impulsi a trasgressioni dadaiste