Casa
del Mantegna
13 novembre 2010 - 2 gennaio 2011
Orari da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle
18,
chiuso il lunedì, Natale e Mattino di Capodanno
Ingresso gratuito.
Inaugurazione 13 novembre alle ore 18
La mostra
Agostino Ferrari.
La camera degli sposi. Interno - esterno
ha carattere antologico e presenta, per la prima volta a
Mantova, un'esaustiva selezione di opere che ripercorrono
l'intero itinerario dell'artista milanese, una delle voci più
originali e significative dell'arte italiana contemporanea.
Agostino Ferrari infatti, da quasi mezzo secolo si dedica con
costanza all'esplorazione del segno e dello spazio pittorico;
non a caso ha esordito fra i fondatori del gruppo del
"Cenobio" nel 1962, al quale, nel prossimo ottobre, la
Fondazione delle Stelline di Milano dedicherà un'ampia
retrospettiva.
Il titolo della mostra attuale si rifà esplicitamente ad
Andrea Mantegna e al celebre oculo della volta, che presenta con
straordinaria lucidità il problema dello spazio nella pittura
rinascimentale, creando una significativa ambiguità fra un
interno, che contiene lo spettatore pur mantenendo la propria
natura illusoria, pittorica, e un esterno finzionale,
impossibile, trompe l'oeil. Allo stesso modo Agostino Ferrari
nei suoi recenti cicli Oltre la soglia ed Interno/Esterno,
elabora una dimensione dello spazio suggestiva ma illusoria,
convincente ma falsa, tutta inerente alle profondità della
pittura eppure capace di ricche implicazioni metaforiche e
addirittura esistenziali (visibile/invisibile; vuoto/pieno;
vita/morte).
La mostra attuale propone circa cinquanta opere, eseguite dal
1962 ad oggi e suddivise in 8 sale: dalle prime tavole dedicate
al Segno Scrittura (sala I), dall'aspetto arcaico e quasi
primitivo, al Teatro del Segno (sala II) e alle Forme totali
(sala III), analitiche e razionaliste, all'ambizioso
Autoritratto (installato nel Cortile). La seconda parte della
mostra è dedicata ai cicli di opere eseguiti negli ultimi
venticinque anni (Eventi, Palinsesti, Frammenti, Maternità e i
cicli più recenti già citati), in cui l'indagine sul segno e
su una scrittura trattenuta appena al di qua della soglia di
significazione, si armonizza con una riflessione sempre più
profonda e vertiginosa sullo spazio e sulla materialità della
pittura.
La mostra, a cura di Martina Corgnati, è accompagnata da un
volume in italiano e inglese, pubblicato appositamente per
l'occasione da Giancarlo Politi Editore, con testi di Ugo Volli,
Martina Corgnati e una biografia critica di Mariacristina
Maccarinelli.
Agostino Ferrari nasce a Milano nel 1938. Nel 1959 inizia
l'attività di pittore. Nel 1962 con i pittori Arturo Vermi,
Angelo Verga, Ettore Sordini, Ugo La Pietra e il poeta Alberto
Lùcia fonda il Gruppo del Cenobio, che lascia una traccia
importante: è l'inizio della ricerca sul segno, filo conduttore
di tutta la sua opera. Nel 1963 il segno si tramuta in una vera
e propria scrittura. Nel 1964-1965, a New York, conosce
l'ambiente della pop art e artisti come Lichtenstein,
Rauschenberg, Jasper Johns, Billy Apple. Tra il 1966 e il 1967
inizia il ciclo del "Teatro del Segno". Nei primi anni
'70 si concentra su altri due elementi essenziali: colore e
forma. Nel 1974 presenta la serie "Segno-Forma-Colore"
al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Nel 1975
realizza un'opera di grandi dimensioni: l'Autoritratto - che
indaga la sua relazione psicologica con i colori - cui segue la
sintesi costituita dall'Alfabeto. A partire dal 1978 il segno
ritorna a predominare, sviluppandosi nei cicli
"Eventi", "Segno ravvicinato",
"Maternità", "Oltre la Soglia" e "Interno-Esterno.
Nel 2005 viene invitato a esporre alla Quadriennale di Roma.
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