Indirizzo: via Acerbi, 47 - Mantova
Orari apertura: dalle 9:30 alle 13:00 e dalle
14:00 alle 17:30 (lunedì chiuso)
Ingressi:
Intero € 5,00 |
|
Ridotto € 3,00 |
(Possessori Mantovacard, Possessori
CartaMusei, Soci Arci, Soci Touring, Amici di Palazzo Te, Gruppi > 15 persone |
Omaggio |
maggiori di 65 anni, minori di 16 anni, giornalisti in possesso di tessera, gruppi di scuole italiane di ogni ordine e grado statali e non statali previa prenotazione, portatori di handicap |
a cura di Melania Gazzotti e Anna Villari
catalogo Silvana Editoriale
Sin dal primo manifesto pubblicato da Filippo Tommaso
Marinetti su "Le Figaro" il 20 febbraio 1909 e
- come scopriamo sorprendentemente oggi - anticipato su
"La Gazzetta di Mantova" il giorno 8 dello
stesso mese, il movimento futurista si proponeva un
rinnovamento totale nei campi della pittura, della
scultura, dell'architettura, della letteratura, della
musica, del teatro, della grafica, fino a raggiungere,
con il passare degli anni, obiettivi sempre più
totalizzanti, come dimostrano la quantità e varietà
dei manifesti e dei proclami pubblicati nel giro di
pochi anni. I manifesti, insieme alle serate futuriste e
al'intensissima attività editoriale e espositiva, erano
i mezzi prescelti per attuare una capillare diffusione
sulla penisola della poetica futurista. Il ciclone
futurista investe anche la città di Mantova, con due
serate, più visite dello stesso Marinetti, una
conferenza del pittore Umberto Boccioni e
l'organizzazione di una delle più significative
esposizioni del tempo dedicate al movimento. Da questo
fermento si costituisce già nel 1916 a Mantova un
Gruppo Futurista del quale fanno parte Gino Cantarelli,
Giovanni Cenna, Emiliano Diobelli, Aldo Fiozzi, Mino
Somenzi. Due dei componenti del Gruppo Gino Cantarelli e
Aldo Fiozzi saranno poi anche animatori, insieme a
Julius Evola, del versante italiano di Dada. Con la
collaborazione di Evola, lavoreranno alla diffusione del
movimento pubblicando a Mantova una rivista e
partecipando ad esposizioni in Italia, il tutto
istaurando una fitta corrispondenza con Tristan Tzara,
con il quale firmeranno il manifesto "Dada souléve
tout". La Provincia di Mantova vuole con la mostra
"Nel segno dell'avanguardia. L'arte a Mantova tra
Futurismo e Dada. Con un omaggio al movimento fondato da
Filippo Tommaso Marinetti nell'anno del
centenario", che verrà ospitata presso la Casa del
Mantegna, indagare una pagina di storia dell'arte di
grande interesse ma ancora poco conosciuta, inserendola
nel panorama nazionale dedicato alle celebrazioni del
centenario futurista, dando un particolare rilievo alle
figure di Gino Cantarelli e Aldo Fiozzi e alla loro
esperienza dadaista, ma anche a Mino Somenzi,
promulgatore delle idee del movimento futurista
attraverso numerose riviste da lui fondate.
L'esposizione sarà strutturata in 2 momenti:
1) Il futurismo nelle arti e nella vita. Opere dei
protagonisti del primo e del secondo futurismo
2) L'esperienza Mantovana. Le riviste, le serate, le
mostre e l'incontro col Dada
Il futurismo nelle arti e nella vita
Opere dei protagonisti del primo e del secondo futurismo
Lo scopo del futurismo era quello di investire ogni
aspetto della vita, improntando l'arte e la cultura, ma
anche la quotidianità, la vita comune, gli svaghi più
diffusi, ad una nuova visione della realtà e dell'uomo,
che si voleva dinamico, proiettato verso il futuro e la
modernità, e capace, in questo continuo stravolgimento
di piani e di letture, di giocare con se stesso, con le
forme, con le idee. Da qui l'attenzione a tutti i
settori dell'espressione artistica, che divengono per i
futuristi sorprendente "palestra" creativa e
sperimentale. Particolarmente fecondo risulta il campo
della pittura, con le novità introdotte da nomi celebri
quali Balla e Depero, ma anche da artisti allora
particolarmente apprezzati da Marinetti, quali i
fratelli fiorentini Alfredo e Ruggero Michahelles (in
arte Thayaht e Ram), disegnatori, pittori, scultori e
inventori (fu Thayaht a inventare il vestito ancora oggi
noto come "tuta") o da Bruno Munari, noto
soprattutto per le continue novità introdotte nel campo
della grafica e del disegno inteso come un sempre nuovo
"gioco" sperimentale. Esplosioni cromatiche,
audacie di tratto, slittamenti tra parola, significato e
segno si potranno vedere in mostra in dipinti, collage,
pubblicazioni e opere grafiche dei protagonisti del
primo - Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà,
Filippo Tommaso Marinetti, Gino Severini - e del secondo
Futurismo - Fortunato Depero, Nicolaj Diulgheroff,
Tullio Crali.
L'esperienza Mantovana. Le riviste, le mostre e
l'incontro col Dada
Il Gruppo futurista mantovano si costituisce nel 1916 e
svolgere fino al 1941 un'intensa attività divulgativa,
organizzativa ed editoriale. Ne fanno parte Gino
Cantarelli, Giovanni Cenna, Emiliano Diobelli, Aldo
Fiozzi e Mino Somenzi promotori, oltre che di numerose
serate futuriste, anche di due importanti esposizioni
dedicate a questo movimento, una nel 1928 ed una nel
1933. Di particolare rilievo è l'attività editoriale
svolta da Fiozzi e Cantarelli che fondano, nel 1917,
proprio a Mantova, la rivista "PROCELLARIA.
Poesia-Musica, Teatro-Disegni, Ricerche-Idee
avanzate" (1917-1920), che raccoglie contributi di
futuristi come Paolo Buzzi, Emilio Settimelli, Enrico
Parampolini ma anche di dadaisti come Tristan Tzara e
Pierre Albert-Birot. Grazie a queste ultime
collaborazioni si avvicineranno al movimento dada tanto
da formarne un gruppo italiano del quale entrerà a fra
parte anche Julius Evola. Saranno addirittura proprio
Fiozzi e Cantarelli a presentare ad Evola Tristan Tzara.
Nel 1920 fondano a Mantova la testata dadaista "Bleu",
che uscirà per tre numeri.
In mostra saranno esposti i rarissimi numeri delle
riviste "Procellaria" e "Bleu",
opere dei loro autori e collaboratori, tra le quali
Julius Evola, Pierre Albert-Birot e Tristan Tzara,
insieme a materiale a stampa, documenti scritti e
fotografie dell'epoca. Tra i mantovani sempre in campo
editoriale si distingue anche il poeta Mino Somenzi
fondatore delle riviste "Futurismo" (1932,
Roma), "Sant'Elia" (1934, Roma), "Artecrazia"
(1935, Roma) che diventeranno il vero e proprio organo
di stampa del movimento marinettiano. Somenzi, grazie
alla propria attività giornalistica, intesse stretti
rapporti su tutto il territorio nazionale con i
componenti del futurismo, in particolare con gli
aeropittori, diventando uno dei più fervidi animatori
del movimento. Sarà lui uno dei promotori della grande
mostra futurista che si terrà a Mantova, presso Palazzo
Te, nel 1932, e che verrà ampiamente recensita su
"Futurismo". La sua attività sarà
documentata in mostra, oltre che con le riviste anche
con materiale d'archivio, lettere, fotografie e opere
dei futuristi a lui vicini.
Completerà la sezione una rassegna di quadri di pittori
mantovani del secondo futurismo.
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