CASA DEL MANTEGNA
via Acerbi 47 - 46100 Mantova
tel. 0376 360506 - fax 0376 326685
casadelmantegna@provincia.mantova.it

Mappa turistica multimediale dedicata alla promozione delle bellezze e delle attrazioni del territorio

- Casa del Mantegna
- Mantova

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FUTURISMO
DADA

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Indirizzo: via Acerbi, 47 - Mantova
Orari apertura: dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 17:30 (lunedì chiuso)
Ingressi:

Intero € 5,00
Ridotto € 3,00 (Possessori Mantovacard, Possessori CartaMusei, Soci Arci, Soci Touring, Amici di Palazzo Te, Gruppi > 15 persone
Omaggio  maggiori di 65 anni, minori di 16 anni, giornalisti in possesso di tessera, gruppi di scuole italiane di ogni ordine e grado statali e non statali previa prenotazione, portatori di handicap

a cura di Melania Gazzotti e Anna Villari
catalogo Silvana Editoriale

Sin dal primo manifesto pubblicato da Filippo Tommaso Marinetti su "Le Figaro" il 20 febbraio 1909 e - come scopriamo sorprendentemente oggi - anticipato su "La Gazzetta di Mantova" il giorno 8 dello stesso mese, il movimento futurista si proponeva un rinnovamento totale nei campi della pittura, della scultura, dell'architettura, della letteratura, della musica, del teatro, della grafica, fino a raggiungere, con il passare degli anni, obiettivi sempre più totalizzanti, come dimostrano la quantità e varietà dei manifesti e dei proclami pubblicati nel giro di pochi anni. I manifesti, insieme alle serate futuriste e al'intensissima attività editoriale e espositiva, erano i mezzi prescelti per attuare una capillare diffusione sulla penisola della poetica futurista. Il ciclone futurista investe anche la città di Mantova, con due serate, più visite dello stesso Marinetti, una conferenza del pittore Umberto Boccioni e l'organizzazione di una delle più significative esposizioni del tempo dedicate al movimento. Da questo fermento si costituisce già nel 1916 a Mantova un Gruppo Futurista del quale fanno parte Gino Cantarelli, Giovanni Cenna, Emiliano Diobelli, Aldo Fiozzi, Mino Somenzi. Due dei componenti del Gruppo Gino Cantarelli e Aldo Fiozzi saranno poi anche animatori, insieme a Julius Evola, del versante italiano di Dada. Con la collaborazione di Evola, lavoreranno alla diffusione del movimento pubblicando a Mantova una rivista e partecipando ad esposizioni in Italia, il tutto istaurando una fitta corrispondenza con Tristan Tzara, con il quale firmeranno il manifesto "Dada souléve tout". La Provincia di Mantova vuole con la mostra "Nel segno dell'avanguardia. L'arte a Mantova tra Futurismo e Dada. Con un omaggio al movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti nell'anno del centenario", che verrà ospitata presso la Casa del Mantegna, indagare una pagina di storia dell'arte di grande interesse ma ancora poco conosciuta, inserendola nel panorama nazionale dedicato alle celebrazioni del centenario futurista, dando un particolare rilievo alle figure di Gino Cantarelli e Aldo Fiozzi e alla loro esperienza dadaista, ma anche a Mino Somenzi, promulgatore delle idee del movimento futurista attraverso numerose riviste da lui fondate.

L'esposizione sarà strutturata in 2 momenti:
1) Il futurismo nelle arti e nella vita. Opere dei protagonisti del primo e del secondo futurismo
2) L'esperienza Mantovana. Le riviste, le serate, le mostre e l'incontro col Dada

Il futurismo nelle arti e nella vita
Opere dei protagonisti del primo e del secondo futurismo
Lo scopo del futurismo era quello di investire ogni aspetto della vita, improntando l'arte e la cultura, ma anche la quotidianità, la vita comune, gli svaghi più diffusi, ad una nuova visione della realtà e dell'uomo, che si voleva dinamico, proiettato verso il futuro e la modernità, e capace, in questo continuo stravolgimento di piani e di letture, di giocare con se stesso, con le forme, con le idee. Da qui l'attenzione a tutti i settori dell'espressione artistica, che divengono per i futuristi sorprendente "palestra" creativa e sperimentale. Particolarmente fecondo risulta il campo della pittura, con le novità introdotte da nomi celebri quali Balla e Depero, ma anche da artisti allora particolarmente apprezzati da Marinetti, quali i fratelli fiorentini Alfredo e Ruggero Michahelles (in arte Thayaht e Ram), disegnatori, pittori, scultori e inventori (fu Thayaht a inventare il vestito ancora oggi noto come "tuta") o da Bruno Munari, noto soprattutto per le continue novità introdotte nel campo della grafica e del disegno inteso come un sempre nuovo "gioco" sperimentale. Esplosioni cromatiche, audacie di tratto, slittamenti tra parola, significato e segno si potranno vedere in mostra in dipinti, collage, pubblicazioni e opere grafiche dei protagonisti del primo - Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Filippo Tommaso Marinetti, Gino Severini - e del secondo Futurismo - Fortunato Depero, Nicolaj Diulgheroff, Tullio Crali.

L'esperienza Mantovana. Le riviste, le mostre e l'incontro col Dada
Il Gruppo futurista mantovano si costituisce nel 1916 e svolgere fino al 1941 un'intensa attività divulgativa, organizzativa ed editoriale. Ne fanno parte Gino Cantarelli, Giovanni Cenna, Emiliano Diobelli, Aldo Fiozzi e Mino Somenzi promotori, oltre che di numerose serate futuriste, anche di due importanti esposizioni dedicate a questo movimento, una nel 1928 ed una nel 1933. Di particolare rilievo è l'attività editoriale svolta da Fiozzi e Cantarelli che fondano, nel 1917, proprio a Mantova, la rivista "PROCELLARIA. Poesia-Musica, Teatro-Disegni, Ricerche-Idee avanzate" (1917-1920), che raccoglie contributi di futuristi come Paolo Buzzi, Emilio Settimelli, Enrico Parampolini ma anche di dadaisti come Tristan Tzara e Pierre Albert-Birot. Grazie a queste ultime collaborazioni si avvicineranno al movimento dada tanto da formarne un gruppo italiano del quale entrerà a fra parte anche Julius Evola. Saranno addirittura proprio Fiozzi e Cantarelli a presentare ad Evola Tristan Tzara.
Nel 1920 fondano a Mantova la testata dadaista "Bleu", che uscirà per tre numeri.
In mostra saranno esposti i rarissimi numeri delle riviste "Procellaria" e "Bleu", opere dei loro autori e collaboratori, tra le quali Julius Evola, Pierre Albert-Birot e Tristan Tzara, insieme a materiale a stampa, documenti scritti e fotografie dell'epoca. Tra i mantovani sempre in campo editoriale si distingue anche il poeta Mino Somenzi fondatore delle riviste "Futurismo" (1932, Roma), "Sant'Elia" (1934, Roma), "Artecrazia" (1935, Roma) che diventeranno il vero e proprio organo di stampa del movimento marinettiano. Somenzi, grazie alla propria attività giornalistica, intesse stretti rapporti su tutto il territorio nazionale con i componenti del futurismo, in particolare con gli aeropittori, diventando uno dei più fervidi animatori del movimento. Sarà lui uno dei promotori della grande mostra futurista che si terrà a Mantova, presso Palazzo Te, nel 1932, e che verrà ampiamente recensita su "Futurismo". La sua attività sarà documentata in mostra, oltre che con le riviste anche con materiale d'archivio, lettere, fotografie e opere dei futuristi a lui vicini.
Completerà la sezione una rassegna di quadri di pittori mantovani del secondo futurismo.

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