Casa del Mantegna
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tel. 0376 360506

   

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Trent'anni della Casa del Mantegna
L'INCANTO DELLA PITTURA
percorsi dell'arte italiana del secondo novecento

21 marzo - 27 giugno 2004

Orario
da martedì a venerdì 10-13 / 15-19
sabato domenica  e festivi 10-19
Chiuso il lunedì

Info e prenotazione:
tel.0376/360506
e.mail:casadelmantegna@provincia.mantova.it
www.provincia.mantova.it

In occasione dei 30 anni di attività espositiva della Casa del Mantegna questa mostra intende documentare molteplici percorsi della ricerca pittorica nel secondo novecento in Italia, attraverso un confronto ampio e articolato delle diverse identità creative: dal realismo sociale a quello esistenziale, dalla figurazione lirica a quella espressionistica, dall'informale materico a quello gestuale, dall'immaginazione surreale a quella fantastica, dall'astrattismo geometrico alla pittura analitica e alle forme costruttiviste.
L'intento della rassegna è quello di indicare, attraverso la scelta di oltre cento opere di altrettanti significativi pittori italiani, un confronto tra diversi modi di intendere l'esercizio della pittura come condizione poetica dello sguardo e come persistenza di valori legati all'incanto della superficie dipinta.
Il termine “incanto” scelto per il titolo della rassegna sta ad indicare il culto dei valori interiori e la ricerca dello stupore che la pittura sa creare sia di fronte alle forme circoscritte della realtà sia oltre il suo perimetro visibile. Nel percorso complesso e articolato di questa esposizione emerge la vitalità della ricerca pittorica in Italia e la qualità della sua vicenda creativa, ricca di stimoli e di riflessioni che restituiscono all’atto del dipingere una specifica funzione immaginativa, insostituibile nel panorama dell’arte contemporanea.
L'intenzione è inoltre quella di indicare la persistenza dell'esercizio della pittura in oltre mezzo secolo d'arte italiana attraversata da molteplici tendenze che hanno invece decretato il superamento della pittura, dall'arte concettuale alle nuove forme di sperimentazione tecnologica. Molteplici sono i temi di questo impegno creativo: la visione del mondo come verità dei sentimenti, lo spirito di denuncia nei confronti delle illusioni sociali, l'espressione dei desideri legati all'inconscio, la dilatazione cosmica del paesaggio come stato d'animo, la presenza della figura umana come misura evocativa dello spazio, l'esplorazione della materia come solidità o precarietà del cosmo, l'indagine sui ritmi del gesto e del segno come vibrazioni del colore, la ricerca della luce ai confini del visibile, il valore del frammento visivo come traccia del vissuto, il progetto della forma come dialogo con l'architettura, le risonanze del colore in rapporto alla musica.
Nell'affrontare questi temi la pittura italiana rivela un forte senso di continuità con la tradizione delle avanguardie storiche, dal futurismo all'astrattismo, dal costruttivismo al dadaismo, ma anche forti debiti nei confronti delle altre significative esperienze del novecento: dalla metafisica al surrealismo, dall'espressionismo alle nuove forme di realismo.
Ne emerge un'identità dinamica, nutrita di tutte le tensioni che caratterizzano il linguaggio artistico contemporaneo inteso come territorio ampio e articolato in cui è possibile incontrare differenti modi di trattare la pittura come disciplina aperta alle più imprevedibili soluzioni.


Renato Guttuso,
La lavandaia, 1947

Come sottolinea il curatore della rassegna Claudio Cerritelli "bisogna guardare alla storia della pittura come a un patrimonio di immagini e di idee che non possono essere dimenticate ma devono nutrire la memoria di chi oggi va ancora impegnandosi su questo terreno immaginativo. 
Oggi la pittura ha il dovere di riaffermare il fondamento della sua pratica infinita, offrendo al lettore orizzonti inesplorati di luce, immagini cariche di meraviglia e di incanto in un mondo in cui le tecnologie cercano di determinare asetticamente lo spazio in cui viviamo.
La pittura deve dunque essere letta come un'esperienza totale capace di esprimere il piacere delle trasformazioni mentali ed emotive che il pittore coglie nel divenire del processo creativo, qualunque sia la sua scelta stilistica, qualunque siano le direzioni espressive della sua ricerca".
In tal senso, la rassegna riveste anche una considerevole funzione didattica in quanto mette in condizione lo spettatore di avvicinarsi al linguaggio della pittura attraverso un ricco repertorio di possibilità: trattamento del colore, dinamismo del segno, costruzione della forma, scelta dei valori luminosi, ritmi del gesto, elaborazione della materia, sperimentazione delle tecniche.
La mostra offre in tal senso un ampio margine di verifica all'interno di tutti questi problemi del fare pittura, suggerendo un percorso di lettura in grado di oscillare tra la tradizione del dipingere e l'esperimento di nuove strutture visive.


Gianni Dova, Scultura, 1974


Il percorso espositivo spazia da Burri a Fontana, da Afro a Tancredi, da Guttuso a Zigaina, da Morlotti a Birolli, da Music a Guccione, da Munari a Veronesi, da Moreni a Ruggeri, da Vedova a Turcato, da Romagnoni a Francese, da Schifano a Tadini, da Adami a Devalle, da Cuniberti a Pericoli, da DorazioMinoli, da Bendini a Olivieri

La mostra è accompagnata da un catalogo di circa 250 pagine edito dalla Casa del Mantegna con la riproduzione fotografica dei dipinti esposti, un saggio storico-critico del curatore Claudio Cerritelli e un’ampia antologia di testi sulla pittura.

 


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