mostra
antologica
a cura di Renzo Margonari
3 marzo - 6 maggio 2007
una cinquantina di
capolavori, scelti tra la vasta produzione di Lilloni, Mantova
vuol rendere omaggio al capofila del chiarismo e rilanciare
questo movimento artistico lombardo mettendo in evidenza le
relazioni fra i vari esponenti del gruppo.Con una cinquantina di
capolavori scelti tra la sterminata produzione del pittore
Umberto Lilloni, la Casa del Mantegna rende omaggio al capofila
del Chiarismo.
La mostra cui si deve il rilancio del movimento lombardo
all'attenzione della storia dell'arte italiana e l'affermazione
del gruppo chiarista mantovano, presenta opere poco note o
inedite in sequenza cronologica, contrappuntate da un folto
gruppo di dipinti eseguiti a Medole. Qui Lilloni ha soggiornato
a lungo con la famiglia ed operato sino alla fine della Seconda
Guerra Mondiale, appartenendo di fatto, se non per il dato
anagrafico, alla cultura virgiliana, ricevendo gli stimoli
culturali e sensoriali dal magnifico ambiente sociale e naturale
dell'Alto Mantovano.
La tesi del curatore, infatti, è che la presenza locale di
Lilloni non sia stata sin qui adeguatamente valorizzata per
l'assiduità e la partecipazione nonché l'amicizia con altri
protagonisti operanti tra la collina e il Lago di Garda, come
invece dimostrano le opere che esemplarmente segnalano la sua
appartenenza anche alla mantovanità oltre che a Milano,
dipingendo contemporaneamente e alternativamente nei due luoghi
d'elezione e influenzando, come denota Margonari, un cospicuo
gruppo tra i migliori artisti contemporanei.
Umberto Lilloni, infatti, riceve le prime attenzioni della
critica mentre ancora soggiorna a Medole, e qui accoglie le
sensazioni e gli stimoli della sua tavolozza impareggiabilmente
"chiarista", qui ha le intuizioni dell'abolizione
prospettica, dell'esecuzione rapida e calligrafica
orientaleggiante dei suoi splendidi paesaggi, mentre la
semplicità della vita di campagna lo induce ad adottare una
"ingenua" figurazione neoprimitivista, antiaccademica
ed opposta alla retorica novencentista.
L'ampia e preziosa antologica, che include anche insospettate
tele di grandi dimensioni, oltre a ricordare il lirismo
figurativo di Umberto Lilloni, vuole confermare definitivamente
la sua appartenenza, non virtuale ma effettiva, anche alla
cultura mantovana.
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