La Provincia di Mantova
apre negli spazi espositivi della Casa del
Mantegna in via Acerbi 47 a Mantova la
mostra Alchimia dell’inconscio
dedicata a Renzo Margonari.
Il lavoro di Margonari è una preziosa
testimonianza della possibilità di vivere
e attuare il comandamento surrealista.
Con Margonari, la natura dello humour
surrealista assume una valenza drammatica.
Disdegnando il principio di realtà – al
quale obbediscono la biologia, la botanica
e lo zoologia – egli dà libero corso al
principio del piacere e pretende di
creare, riuscendoci pienamente, nuovi
organismi viventi, molto più enigmatici
di quelli naturali, perché nati da una
pulsione creativa subordinata solamente
alle pulsioni oniriche del proprio Sé.
Guardando le opere di Margonari, si è
inevitabilmente colpiti da una loro
caratteristica costante. E’ il tentativo
di trascendere due opposizioni
apparentemente inconciliabili elevandole
al livello dello humour nero: amore e
morte, bellezza e bruttezza, tenerezza e
crudeltà, armonia e caos, assenza e
presenza, e la lista potrebbe continuare
all’infinito.
La mostra promossa dalla Provincia di
Mantova espone oltre 60 opere riguardanti
soprattutto l’ultimo periodo pittorico
dell’artista.
"Alchimia dell’inconscio"
segue il successo dell’ultima mostra
ospitata alla Casa del Mantenga: "Il
mito della velocità, dal futurismo alla
videoarte" che la Provincia la
dedicato al ricordo di Tazio Nuvolari nel
50esimo della scomparsa.
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NOTA BIOGRAFICA RENZO
MARGONARI
L’artista è nato a
Mantova nel 1937. La sua formazione è un
impasto di studio assiduo da autodidatta,
di instancabile attività di ricerca e di
una costante pratica della pittura. La sua
multiforme capacità, la sua ansia di
riscoprire ruoli, di indossare molteplici
maschere ne caratterizza il percorso
umano. Troviamo così un Margonari
pittore, un Margonari scultore, un
Margonari critico d’arte, un Margonari
narratore, un Margonari architetto….
Tutto ciò mette in crisi gli scoliasti
delle biografie.
Di fronte ad un ingegno
così multiforme si disorientano e si
stupiscono. |
L'artista è stato ed è
uno sperimentatore di molteplici tecniche
espressive, si occupa attivamente di
storia e di critica d’Arte, insegna all’Accademia
di Belle Arti di Verona (ne è stato anche
il direttore), è l’Art manager del
Museo di Gazoldo degli Ippoliti (Mn), è
stato polemico componente della
Commissione di gestione artistica di
Palazzo Te, fa parte del movimento
internazionale Phases, animato da Edouard
Jaguer, è stato tra i fondatori di
periodici storici come N. A..C. e il
Portico. Scrive, inoltre, su
Civiltà Mantovana, rivista
di cui è stato anche direttore; come
redattore ha lavorato per Giorni Vie
Nuove e per il quotidiano nazionale
Paese Sera, ha prodotto servizi e
trasmissioni per la televisione svizzera…..
Maegonari è un artista che esprime
vitalità e creatività, secondo uno
stampo abbastanza comune in altri tempi,
oggi, purtroppo, in tempi d’interessi ed
esperienze "specializzate" e
circoscritte, assai raro. In coerenza con
queste sue caratteristiche Margonari
rivendica da sempre un suo ruolo di
autonomia critica, quello che chiama
"orrore della scimmia
ammaestrata", un ruolo certo scomodo
ma spesso liberatorio.
(Per una biografia
aggiornata si rimanda al testo di Renata
Casarin pubblicato nel catalogo
Arte
a Mantova 1950 – 1999.(vedi),
a cura di Claudio Cerritelli, PubliPaolini,
Mantova, 2000, pp. 502-3).
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