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La mostra, promossa
dalla Provincia di Mantova, in collaborazione
con il Politecnico - sede di Mantova, riunisce e
presenta al pubblico tredici modelli che
ricostruiscono, sulla base di antiche
testimonianze, otto diversi "luoghi
teatrali" che accolsero alcune fra le più
celebri manifestazioni spettacolari fatte
allestire dalla famiglia dei Medici fra il
Quattrocento e il Seicento.
I Medici considerarono
lo spettacolo non tanto e non solo un
genere d'evasione, un 'divertimento',
quanto un vero e proprio strumento
politico: un mezzo per suscitare la
meraviglia e l'ammirazione degli ospiti
stranieri che di volta in volta
giungevano a Firenze in occasioni
particolari.Il teatro rivestiva, quindi,
un ruolo primario nella 'politica
dell'immagine' e nella diplomazia
fiorentina, diventando la vetrina
attraverso la quale, i Signori della
città mostravano al mondo la loro
ricchezza e la loro potenza, nonché
l'ingegno e la creatività delle persone
che vi lavoravano e l'alto livello
tecnologico raggiunto dalla città che,
in tali circostanze, veniva adoperato
per dar luogo a quelli che oggi
definiremmo 'effetti speciali', con
raffinatissime macchine teatrali
adoperate per dar vita sulla scena a
incredibili trasformazioni. |
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La mostra, organizzata
dalla Provincia di Mantova per
iniziativa del Presidente Maurizio
Fontanili e dell'assessore alla Cultura
Roberto Pedrazzoli, si apre con le
ricostruzioni di tre importanti chiese
fiorentine: la S.S. Annunziata, S.
Felice in Piazza e S.Maria del Carmine,
in cui, nel Quattrocento, il genio di
Filippo Brunelleschi progettò e realizzò
delle macchine - i cosidetti 'ingegni' -
per gli allestimenti delle
rappresentazioni dell'Annunciazione
della Vergine e dell'Ascensione di
Cristo, allestite in onore dei membri
delle diverse Chiese cristiane, giunti a
Firenze per il Concilio.
La principale testimonianza di questi
spettacoli è costituita dai ricordi
scritti dal vescovo russo Abramo di
Souzdal al suo ritorno in patria, a
dimostrazione della loro risonanza
internazionale.
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L'attenzione dimostrata dai
Medici allo spettacolo,
proseguì con rinnovato
vigore anche in epoca
granducale, fra il Cinque e
il Seicento, con grandiosi
allestimenti approntati in
occasioni di particolare
importanza per la dinastia,
quali appunto le nozze dei
membri della famiglia
regnante, le nascite degli
eredi al trono, le visite a
Firenze di importanti
personaggi della politica
europea.Tali allestimenti
vennero di volta in volta
realizzati nelle diverse
dimore ufficiali della
famiglia medicea: nel
Palazzo Medici di via Larga
(l'attuale Palazzo Medici
Riccardi), in Palazzo
Vecchio e, infine in Palazzo
Pitti e nell'anfiteatro
fatto costruire nel parco
del palazzo, il Giardino dei
Boboli.
Tutti questi ambienti -
compreso i primi edifici
teatrali fiorentini: il
Teatro Mediceo degli Uffizi
e il Teatrino di Baldracca -
con i loro suntuosi
apparati, sono stati
ricostruiti sulla base delle
testimonianze dell'epoca,
con grande attenzione
scientifica, per riprodurre
al pubblico contemporaneo lo
splendore di una città che
ha fra i sui numerosi meriti
culturali ed artistici anche
quello, sconosciuto ai più,
di aver contribuito in
grande misura alla nascita
del teatro moderno. |
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