CASA DEL MANTEGNA
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PAESAGGI & PAESAGGI
Franco Fontana

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Casa del Mantegna
22 apriile - 15 giugno 2013

da martedì a domenica 10-12.30
pomeriggio: mercoledì e giovedì 15-17 sabato e domenica 15-18

Protagonista della mostra, il colore, interpretazione psicologica emozionale, modo e mezzo di conoscenza, per questo fondamentale sopratutto nella fotografia. Come diceva Klee, "il luogo dove l’universo e la mente si incontrano, sublima l’oggetto ripreso ma soprattutto lo trasforma in soggetto che deve vivere di luce propria suscitando emozioni e sentimenti."
Questa mostra è la testimonianza di quello che il maestro vede e pensa, condividendo il pensiero di Otto Steinert: "la creazione fotografica assoluta nel suo aspetto più libero rinuncia ad ogni riproduzione della realtà."


Note Biografiche
Franco Fontana nato a Modena nel 1933, dove tuttora vive e lavora, è uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana del dopoguerra. Egli ha “reinventato” il colore come mezzo espressivo e non soltanto documentario, mediante una inedita analisi, a volte provocatoria, del paesaggio naturale e di quello strutturato, nella ricerca di nuovi segni, strutture, superfici cromatiche corrispondenti alla sua fantasia creativa. I suoi paesaggi si situano al confine tra rappresentazione e astrazione, attraverso una grande sensibilità cromatica e un’altrettanto notevole abilità compositiva. Le forme naturali diventano campiture di colore sorprendenti e la veduta si trasforma in visione. Egli suggerisce spazi d’atmosfera metafisica, di un cosmo altrimenti sconosciuto ed improbabile. Le sue opere sono oggi conservate nei maggiori musei del mondo, tra i quali il MoMa di New York, il Metropolitan Museum di Tokyo, la George Eastman House di Rochester, il Ludwig Museum di Colonia, il Museum of Modern Art di San Francisco, il Museum of Fine Arts di Boston, il Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, l’Australian National Gallery di Melbourne, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la GAM di Torino, il Musèe d’Art Moderne di Parigi, il Kunsthaus Museum di Zurigo, il Victoria Albert Museum di Londra. Ha esposto, tra personali e collettive, in tutto il mondo: tra le sue mostre più significative: a Tokyo al Metropolitan Museum of Photography nel 1993, agli Scavi Scaligeri di Verona nel 2000, alla GAM di Torino nel2001, a Milano a Palazzo Reale nel 2004, alla “Maison Europeenne de la Photographie” a Parigi, al Museo de Arte di Buenos Aires nel 2006. Ha tenuto workshop in tutto il mondo: al Politecnico di Torino, ai Rencontres di Arles, all’Università Luiss a Roma, all’Accademia delle Arti a Bruxelles, al Guggenheim Museum a NewYork per il programma scolastico e poi Taipei, Barcellona, Genova, Rockport, Tokyo, Venezia. Ha firmato tantissime campagne pubblicitarie tra le quali: FIAT, WOLKSWAGEN, FERROVIE DELLO STATO, SONY, VOLVO, CANON, KODAK, SNAM. ROBE DI KAPPA. Ha collaborato con TIME LIFE, VOGUE USA, VOGUE FRANCE, VENERDI DI REPUBBLICA, SETTE DEL CORRIERE DELLA SERA, PANORAMA, CLASS, FRANKFURTEN ALLGEMEINE. Ha pubblicato oltre 60 libri ,tra i quali, nel 2003, un volume monografico retrospettivo con introduzione dello storico della fotografia A.D.Coleman. Ha ricevuto nel 1994 il XXVIII Ragno D’Oro dell’UNESCO Premio per l’Arte e nel 2006 la Laurea Honoris Causa in Design Eco Compatibile dal Politecnico di Torino.

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Dicono di lui:

Un mondo improbabile sembra essere anche quello delle immagini di Franco Fontana, dove il colore è essenziale a tal punto da far dimenticare che è esistita la fotografia in bianco e nero, qui, non è un’aggiunta al chiaroscuro, ma diviene un diverso modo di vedere. Fontana sembra essersi liberato da quelle esigenze spettacolari che hanno caratterizzato la fotografia a colori - anche la sua - dell’ultimo decennio, accettando, finalmente, la tecnica del colore come traguardo inevitabile nell’evoluzione della fotografia.
Italo Zannier
storico e critico della fotografia
da: Storia e tecnica della fotografia, 2003


È impossibile negare la genialità di Franco Fontana nel ridurre la natura alle sue forme fondamentali, nell’eliminare i contorni quitidiani fino al limite estremo in cui la creazione, assolutamente nuova, non abbia più alcun legame con essi che non sia nella forma e nel colore. La sua grande semplicità è il segno di una grande maturità. L’astrazione è la più alta forma della composizione fotografica e la più difficile meta da raggiungere. Più semplici sono i mezzi in arte, più fortemente emergono la linea e la forma.
Helmut Gernsheim
storico della fotografia

La visione iniziale attraverso l’obiettivo è il caos. Come lo scienziato che vede l’essenza della vita in una cellula, Franco Fontana distilla l’essenza di una fotografia in linee di colore. Un occhio disciplinato che estrae l’ordine dal caos.
Sean Callahan
critico di fotografia
American Photographer

Fontana ha fatto una cosa difficilissima: ha inventato una forma, che è più dello stile. all’interno di una forma si trovano infatti più stili diversi, che consentono all’artista di crescere restando fedeli a se stessi e sempre riconoscibili pure nelle mutazioni, quando di mutare decidono per non morire di noia con il tempo che passa. Perchè la vita è lunga e la fotografia è corta: terribilmente corta. Lo stile invece è lo stile, se lo rompi, sparisci.
Ando Gilardi
storico della fotografia

Fontana ha sempre operato all’interno dello specifico fotografico, riuscendo a calibrare il proprio occhio fisiologico in sintonia con quello della camera, oscillando in maniera equilibrata tra capacità di riconoscere il reale e capacità di sorpassarlo mediante una perizia sensibile, quella di portare il dato nella condizione di segno di un linguaggio astraente rispetto alla realtà fotografata.
Achille Bonito Oliva
Critico d’arte
da: Il sogno dell’arte tra avanguardie e transavanguardia, 1990

Nella fotografia che pratica ha inventato un proprio linguaggio, intimamente equilibrato tra astrazione e quotidiano pragmatismo, tipico della sua terra. La sua è un’operazione ben precisa, quella chefa conciliare macrocosmo e microcosmo, ambedue termini della contemplazione del mondo. In questi termini Fontana è certo colui che ha saputo meglio di tutti inventare “il colore fotografico” pur senza trasferirne il segno sul piano dell’ideologia.
Arturo Carlo Quintavalle
Storico dell’arte