Dalle Architetture dipinte di Renzo Schirolli al mondo
artistico di Sergio Sermidi continua l'esplorazione culturale
del MAC Mantova Arte Contemporanea attraverso
l'approfondimento dei personaggi della contemporaneità con
l'obiettivo più ampio della conoscenza, formazione e
divulgazione del linguaggio dell'arte.
A due anni dalla scomparsa del maestro, il MAC rende omaggio
all'artista con un progetto originale e a più voci in
collaborazione con diverse realtà culturali: dalla seconda
edizione del laboratorio Nuova critica d'arte rivolto ai giovani
alle quattro mostre che narrano il mondo dell'artista mantovano.
Iniziato già nel maggio 2013 con la prima rassegna espositiva
sintomatica presso la Galleria lLibreria Einaudi Sergio Sermidi,
Suggestioni, in cui le opere proposte avevano la finalità di
dare l'incipit al progetto complessivo SERGIO SERMIDI 2013
e di svolgere funzione propedeutica e didattica al laboratorio
Nuova critica d'arte 2, il percorso espositivo prosegue ora con
la grande mostra alla Casa del Mantegna Sergio Sermidi:
Riferimenti, con i rimandi alla mostra della Madonna
della Vittoria Sergio Sermidi: 1990-2010 e alla home
gallery "1Stile" con Sergio Sermidi: L'assedio del
colore, appunti pittorici e gesti inediti.
Le varie segmentazioni del progetto intendono raccontare
l'artista da più punti di vista attraverso uno studio e
un'analisi che indaghi, per periodi fondamentali, il suo
percorso artistico attraverso una esplorazione semantica e
temporale della sua "scrittura pittorica".
L'ossatura del progetto espositivo alla Casa del Mantegna
analizza sostanzialmente i tre periodi artistici del maestro.
Il primo riguarda i primi approcci di Sermidi al mondo
dell'astrazione con un passaggio labile attraverso il
geometrismo pittorico che, non casualmente, condivise con
Schirolli a metà degli anni Sessanta. Inizia poi il periodo del
"grafismo" con segni colorati e costruzioni grafiche
straordinariamente creative per approdare quindi, alla fine
degli anni '60 inizio anni '70, alle prime declinazioni grafiche
che connoteranno il suo lavoro fino alla fine degli anni '80.
Il secondo periodo considerato viene a sua volta letto in due
fasi, dove Sermidi attraverso un'azione rigorosa, quasi
ossessiva, unisce in una combinazione indissolubile il
cromatismo e il segno grafico e per un lungo periodo, fino a
metà degli anni '80, le texture sono rigorosamente verticali.
Siamo negli anni Settanta-Ottanta. Per una lunga stagione
Sermidi è riconoscibile per questi suoi segni su campi
prevalentemente monocromatici.
Sul finire del decennio, con un'opera di grandi dimensioni
esposta in mostra (S.t. S.d. -1988-89?, olio su tela, cm
180x150), succede qualcosa di particolare: il
"rigatino" verticale giocato sui toni grigio-azzutti,
viene interrotto, lacerato, da spatolate di materia sabbiosa,
dai toni rosso opaco, che rompono un equilibrio precedentemente
consolidato, quelle texture nella loro perfezione data, vengono
in modo violento negate: inizia un percorso liberatorio. Lo
spazio pittorico si anima di nuove tensioni.
Si approda poi al terzo periodo, ovvero a quella stagione nella
quale la gestualità s'impone come come esplosione cromatica.
Negli anni '90 dove il ricco campo cromatico, scansionato dai
rossi, dai blu, dagli azzurri, dai verdi, dai gialli, dai neri e
dai grigi, è solcato da segni-colore a dire dell'Imboscata
proteiforme o dell'Aratro cosmico. Qui permane ancora una
combinazione tra il campo-colore e il segno-colore a strutturare
il racconto pittorico anche se è del tutto evidente lo strappo
con il rigorismo grafico del periodo precedente.
Nell'ultimo decennio, dove il colore invade e pervade, il gesto
diventa struttura e materia.
In questa fase creativa, l'artista, per porre il suo fare, non
ha più bisogno della costruzione grafica, prescinde
completamente dal disegno, con il gesto il colore diventa
struttura compositiva, architettura dell'opera. Il colore
s'impone su qualsiasi altro registro percettivo.
Alla Casa del Mantegna sono ospitate quarantasei tele,
una ventina di grandi dimensioni, che ripercorrono tutta la
stagione artistica del maestro: dagli esordi degli anni Sessanta
fino al 2010.
Negli spazi dove vengono ospitate le opere dell'ultimo periodo
ci si avvicina inoltre al mondo dei Riferimenti che devono
essere considerati per contestualizzare l'opera di Sermidi. Una
postazione video proietta in continuo opere tratte da L'incanto
della pittura, a cura di Claudio Cerritelli, edito dalla Casa
del Mantegna nel 2004. Le immagini proiettate sone relative ad
opere di: Piero Ruggeri 1962, Vasco Bendini 1983, Emilio Vedova
1960, Tancredi (Parmeggiani) 1959, Giulio Turcato 1954, Toti
Scialoja 1959, Antonio Sanfilippo 1964, Gastone Novelli 1965,
Mario Raciti 1971, Valentino Vago 1969, Gianni Madella 1974,
Enrico Della Torre 1997, Piero Dorazio 1965, Gottardo Ortelli
1974, Gianfranco Pardi 1983, Mario De Luigi 1964-65, Claudio
Verna 1980, Giuliano Barbanti 1978, Claudio Olivieri 1972, Renzo
Schirolli 1984, Sandro De Alexandris 1996.
Alla Madonna della Vittoria l'omaggio all'artista
avviene con diciassette opere del periodo 1990-2010 inserite nel
contesto spaziale, architettonico quattrocentesco, a viverlo in
simbiosi con gli affreschi e le pareti mutilate dagli strappi
subiti.
Alla home gallery 1Stile il percorso si conclude, o
inizia, con un focus di dettaglio su opere di piccole dimensioni
su carta dove il gesto è inedito e improvviso.
Il progetto si completa con una rassegna cinematografica
al cinema Mignon dedicata all'astrattismo e ai movimenti
artistici di riferimento, IL GESTO DELL'ARTE - Grandi maestri
del '900
Il PROGETTO SERGIO SERMIDI 2013 promosso e organizzato da
MAC, Mantova Arte Contemporanea, è stato realizzato in
collaborazione con la Provincia e il Comune di Mantova,
l'Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani,
Galleria Libreria Einaudi, l'Home Gallery 1Stile di Mara Pasetti
e il cinema Mignon di Agostino Cenzato.
Eristeo Banali
Presidente MAC
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