Feticci e rituali del contemporaneo a cura di
Alessandro Riva Mantova, Casa del Mantegna 22
aprile 2001 - 20 maggio 2001 inaugurazione
sabato 21 aprile h. 17.30.
La mostra è prodotta dalla cultura della
Provincia di Mantova con la collaborazione della
galleria Bonelli Arte contemporanea.
Ideata e curata da Alessandro Riva, TOTEMICA
riunisce le opere di una ventina di artisti
italiani e internazionali che hanno posto al
centro del loro lavoro il recupero di una
dimensione rituale, in qualche caso anche
tribale, riportata alla contemporaneità.
Dal mercato del gioco a quello dell'eros,
dall'economia alla politica fino ai più comuni
gesti della quotidianità, i rituali e le forme
simbolico-mitologiche che la società
contemporanea ha elaborato hanno proprie regole
e propri spazi, non meno rigidi e codificati di
quelli presenti negli antichi rituali dei popoli
primitivi.
Alcuni tra gli artisti più significativi del
panorama italiano e internazionale hanno
lavorato su questo recupero magico-simbolico dei
miti contemporanei, elaborando proprie visioni,
proprie forme mitologoche e specifiche forme di
ritualità.
In mostra si è cercato il più possibile di
dare ampio spazio agli artisti, sia con lavori
di grande impatto e anche di grande dimensione,
sia con più di un lavoro a testa,
in modo da documentare un percorso il più
possibile lineare all'interno dell'opera di ogni
singolo artista.
Nella suggestiva cornice delle sale della Casa
del Mantegna si trovano così i maestosi
Testimoni in bronzo di Mimmo
Paladino, veri e propri totem della
contemporaneità, affiancati a un'ironica e
ludica fontana in ceramica di Luigi
Ontani, e da un piccolo idolo in corda
intrecciata di Alex Pinna;
i misteriosi angeli con un'ala sola creati da Sandro
Chia con gli ieratici dèi digitali e
ultracontemporanei, in bilico tra neopsichedelia
e mito del futuro, dell'americano Micha
Klein;
una inedita scultura lignea (mai vista prima in
Italia), sospesa tra suggestioni precolombiane
ed estetica posthuman, della performer francese Orlan,
assieme alle inquietanti raffigurazioni, tra
sacro e profano,
di Andres Serrano, e ai suggestivi personaggi
stilizzati e fortemente simbolici di
Marco Neri (tra i pochissimi giovani
artisti italiani invitati quest'anno alla
Biennale).
E ancora i viluppi di mani e di corpi dipinti da
Paola Gandolfi con le Afroditi sfigurate
e martoriate di Luca
Pignatelli; i celebri décollage di Mimmo
Rotella, che desacralizzano il mondo
della moda e della pubblicità, con le
inquietanti modelle ³sfregiate² da
Daniele Buetti con i marchi di famose
multinazionali, e i drammatici fantasmi fissati
sui manifesti pubblicitari da Paolo Leonardo; le
spaesanti scene dettagliatamente costruite e poi
fotografate da Sandy
Skoglund (della quale in mostra ci sono
anche due piccoli scoiattoli in gesso), sempre
in bilico tra sospensione del tempo e mitologia
contemporanea; e ancora i moderni feticci
realizzati dal belga Wim
Delvoye (pale e bombole del gas decorate
come antiche maioliche) e gli uomini tatuati,
sospesi tra Oriente e Occidente, del milanese Federico
Guida; i personaggi metà uomini e metà
animali scolpiti nel marmo da Michelangelo
Galliani e quelli umani, ma ricoperti da
scaglie di pesce, di Robert
Gligorov.
Nel cortile circolare del museo troneggia infine
un maestoso e ironico totem, alto più di 4
metri, del gruppo Ultrapop.
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