La Casa del Mantegna
è uno delle architetture più belle e misteriose di
Mantova, una costruzione dalle proporzioni magiche la
quale, oltre a essere uno straordinario museo di se
stessa, è stata negli ultimi anni la sede di mostre
importanti. Per la suggestiva identità architettonica
di questo celebre edificio, e anche per il suo prestigio
come luogo espositivo, è un onore che VEMA,
Città possibile, vi sia ospitata, anche se è molto
impegnativo il confronto tra il progetto che verrà
presentato e lo splendido monumento che lo accoglierà.
VEMA, che è
stata nel 2006 il centro tematico del Padiglione
Italiano alla 10a Mostra Internazionale di Architettura
della Biennale di Venezia, vuole essere una città
ideale, e Mantova, per molti suoi aspetti, è senza
dubbio un organismo urbano nel quale lo spazio vive
contemporaneamente nella realtà e nella
rappresentazione. Ornata da bellissime opere di Leon
Battista Alberti e di Giulio Romano essa è una città
nella quale l'idealità ispira e modella strade e
piazze, conferendo ad esse una qualità unica e
irripetibile. C'è poi da dire che nel momento in cui VEMA
doveva incontrare il territorio per il quale è stata
pensata, si è rivelato necessario contestualizzarla
ancora di più nel dialogo che essa ha iniziato con un
paesaggio che è intenso e insieme rarefatto. Un
universo orizzontale scritto in ogni sua parte dagli
elementi fisici ma anche poetici di una agricoltura
millenaria, attraversato da una fitta rete
infrastrutturale, caratterizzato da una minuta tessitura
di piccoli centri, ciascuno dei quali portatore di un
frammento prezioso di storia.
Tale lavoro di approfondimento si è materializzato in
un nuovo schema insediativo, VEMA seconda, che dialoga
più in profondità con il complesso quadro ambientale
nel quale si inserisce. Chi scrive, il curatore del
Padiglione Italiano, si aspetta, assieme a Nicola Marzot,
Margherita Petranzan e Livio Sacchi, che hanno condiviso
con lui la preparazione della mostra veneziana,
dall'arrivo di VEMA a Mantova utili indicazioni
per il futuro di una città nuova, utopica, di
fondazione, innovativa, che non è più una semplice
ipotesi ma una realtà, ormai nota e consolidata dalla
ricerca architettonica, che cerca di diventare una
città concreta.
Concludendo questa veloce introduzione vorrei
ringraziare la Provincia di Mantova, nelle persone del
suo Presidente, Maurizio Fontanili e dell'assessore alla
Cultura e al Turismo, Roberto Pedrazzoli; il Comune di
Roverbella, il Comune di Nogarole Rocca, Gianluigi Coghi,
Presidente dell'Ance di Mantova, la Confindustria, la
Biennale di Venezia, la DARC (Direzione Generale per
l'Architettura e l'Arte Contemporanee del Ministero per
i Beni e le Attività Culturali), la Banca Agricola
Mantovana. Un sentito grazie ai venti giovani gruppi di
architetti che con la loro intelligenza e la loro
capacità creativa hanno dato vita a un esperimento
significativo, tracciando il coinvolgente ritratto di un
futuro della cultura progettuale italiana che vale la
pena vedere realizzato.
Un ringraziamento particolare alla Fondazione
Italcementi Cavaliere del lavoro Carlo Pesenti per le
borse di studio assegnate ai giovani progettisti. Per i
pannelli espositivi infine si ringraziano: Agav,
Consorzio Progettomarmo Verona, Consorzio
atelieritaliano Verona, Stone Italiana Verona,
Performance in Lighting Verona, Menotti Specchia Verona,
Veronafiere Verona.
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Allestimento
Franco Purini, Margherita Petranzan, Walter
Tronchin
Collaboratori per promozione eventi e organizzazione
materiale
Nicola Marzot, Francesco Menegatti, Livio Sacchi,
Walter Tronchin, Sara Caburlotto
Collaboratori esterni
Massimo Ferrari, Alessandro Campera
Definizione e elaborazione informatica di VEMA versione
2007
Massimiliano De Meo
Comunicazione visiva
Giuseppe De Chirico, Matteo Ballarin
Con il patrocinio di
Consiglio Regionale della Lombardia, Provincia di
Mantova, Casa del Mantegna, Comune di Roverbella, Comune
di Nogarole Rocca, BAM Banca Agricola Mantovana,
Confindustria Mantova, Collegio Costruttori Edili - ANCE
Mantova, Fondazione Italcementi Cavaliere del lavoro Carlo
Pesenti
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