Cinzia Bulone. Fragili atmosfere
Cinzia Bulone
Fragili Atmosfere
a cura di Alain Chivilò
25 settembre - 1 novembre
Inaugurazione sabato 25 Settembre ore 17.30
Dipingere (scrivere) è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto.
Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, (1979)
Evidenziare dettagli nell’arte è un enigmatico gioco che la stessa, all’interno del suo universo, propone ai molteplici soggetti partecipanti. L’incipit, dalla scrittura per Calvino fino alla pittura per Cinzia Bulone, racchiude entrambi i mezzi per farci muovere lungo coordinate e proporzioni diverse.
In tale intreccio l’occhio assume il ruolo principale e fondamentale atto a focalizzare il molteplice substrato elegantemente celato all’interno della composizione. L’artista Bulone dipinge all’interno di questa complicità unendo l’informale, l’astrazione e la figurazione in messaggi visivi e concettuali atti alla riflessione.
Innanzi alle sue opere è necessario soffermarsi e soppesare ogni piano compositivo, poiché il semplice atto di guardare e passare non può essere contemplato. Dalla sua terra natale, la Sicilia, le personali composizioni di Cinzia Bulone sono dei messaggi esteticamente sofisticati, dai quali in un’onirica bottiglia fluttuano nel Mar Mediterraneo, prendendo destinazioni e lidi prettamente Italici.
Dal pensiero di Chauvot (1817), nel quale il fisico francese evidenziava come alle persone che vedono tutto, nulla può essere celato, mentre esistono “altre che non vedono niente, nemmeno quello che gli viene mostrato”, si crea un evidente filo diretto alla pittura di Bulone, dato che se alcuni possono percepire e sentire il messaggio insito nella pittura, altri non necessariamente possono collegarlo a un segno visualizzato.
Nasce, dunque, un universo mentale all’interno del quale la pittrice Cinzia approfitta di dotte occasioni per ricreare un mondo intimo e simbolico, all’interno del quale la personale serenità , o la personale ansia, convivono lungo recondite dicotomie.
Ne deriva che l’espressività viene avvertita, sentita e vissuta da Cinzia Bulone come una rivelazione, un incedere creativo e pittorico lento e Benedettino, dove in accordo al vangelo secondo Tommaso “conosci ciò che ti sta davanti e ciò che ti è nascosto ti verrà rivelato, poiché non vi è nulla di nascosto che non venga un giorno rilevato”.
L’Arte nel suo sentire diventa così una missione all’interno della quale la pittrice Cinzia asconde e disasconde in iter biografici dell’anima, tracciando concettualità all’interno di nuance informali.
Tonalità maggiormente fredde per esercitare un’influenza diretta sull’anima, stagliano costanti nebulose dalle quali si propagano energie cromatiche, dalla cui massa proto stellare piccole figurazioni appaiono singolarmente o pluralmente. Ognuna di queste ha un’interpretazione e un’esplicazione legata al titolo dell’opera che oltre ad inquadrare il soggetto realizzato, pone l’attenzione nell’osservatore in riferimento al potenziale che l’artista ha posto in essere.
Un costante equilibrio di contenuti tra forze contrarie e opposte che dal mondo naturale influenzano l’agire umano all’interno di universi cui yin e yang riassumono. Nei titoli delle sue opere, lungo una costante diversità , si aprono portali dai quali l’agire umano si pone innanzi. L’artista cerca, dunque, di costruire delle chiavi virtuali che permettono letture contemporanee di realtà fisiche e metafisiche. Nuovi punti focali, quindi, dai quali Cinzia Bulone individua una latente sinergia imbrigliando, con sentimento, la realtà più inquieta dello spirito, affinché sia riformulata in un’interpretazione visiva lungi da una vera e propria definizione, poiché tutto si fonda e risuona nell’animo degli uomini. Un vero e proprio accostamento concettuale già indicato dal pittore Carlo Carrà all’interno del quale, i sentimenti dell’artista, non essendo mai uguali o stabili, si generano in molteplici dissonanze spirituali verso una metafisica percettiva. Oggi, nel contemporaneo, Cinzia Bulone opera in concettualità tra gravità e leggerezza, pieni e vuoti, astrazioni e concretezze, mondi onirici e materiali, statici e in movimento. Dunque, intensità artistiche emotivamente instabili per quadri sempre ricchi di spunti, alla costante ricerca di un’arcadia dove contemplare e magari passare a una dimensione ulteriore. Un’isola onirica il cui silenzio non fa paura, bensì apre a nuove connessioni neurali e percettive. Raramente ci si trova definiti e finiti nelle sue opere, ma contrariamente si avverte una tendenza all’infinito permettendo alla pittrice e a noi stessi esplorazioni audaci in universi lontani.
La non forma nasce proprio dalla forma e fin dagli esordi Bulone si pone attraverso una figurazione semplice ma profonda che, nei decenni, si è amalgamata nell’immaginario visivo. Andare al di là di quello che l’occhio può sommariamente vedere per mondi vissuti, da soggiornare o da sognare. Inconscio e subconscio si uniscono nell’azione creativa per possibilità divise sempre tra surrealismo e realismo. In sintesi, un pensiero libero ma controllato espresso in pittura attraverso le personali forze interiori presenti in Cinzia Bulone. Nella pittrice tutto è anche metrica pittorica, divisa tra pittura e scrittura, poiché le sue opere vivono fin dalla loro creazione affiancate a versi poetici che accompagnano e rafforzano, allo stesso tempo, il segno linguistico/pittorico proprio laddove l’immagine visiva si unisce al contenuto concettuale.
Indubbiamente la poesia, per l’artista, è un punto fondamentale dal quale poter creare un’opera. Spesso rimane affiancata alla stessa, oppure può diventare ispirazione per iniziare un percorso pittorico che si conclude solo nell’ultima pennellata.
L’immagine visiva, significante, si unisce alla concettualità dello stesso per un segno visivo e linguistico puramente fatto e ideato da Cinzia Bulone. La sua poetica è intrisa di echi reinterpretati e creati attraverso un personale sentire, legando con eleganza tracce figurativ-surreal-astratte a contenuti attraverso i quali “la vera arte non ha bisogno di proclami poiché si compie in silenzio”, iniziando allo stesso tempo un costante e nuovo processo ideativo “con consapevolezza”, terminandolo sempre e comunque “nell’inconscio”.
Pertanto, in questo celato equilibrio diviso tra le argomentazioni di Marcel Proust e Friedrisch Schiller, si libra l’agire artistico della pittrice Cinzia Bulone unendo, simultaneamente, sensibilità e pensiero al suo essere spirito creativo. Ossia, una costante evoluzione onirica, per interpretazioni artistiche umane e contemporanee.
Orari: dal mercoledi' alla domenica, 10.00 - 13.00 / 14.30 - 18.30
Lunedì 1 Novembre aperto.
Ingresso Gratuito